Microplastiche e PFAS nell'Acqua: Rischi Cardiovascolari e Soluzioni
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Con l’acqua in bottiglia potresti ingerire centinaia di migliaia di microplastiche. Ma vogliamo parlare anche delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)? Sono composti ampiamente utilizzati in prodotti di uso quotidiano, come pentole, padelle e imballaggi alimentari [Fonte].
In questo articolo non voglio assolutamente fare allarmismo, ma dare informazioni oggettive supportate dalla scienza, raccogliendo tutti i dati che riguardano questi microinquinanti, sempre più presenti nella nostra quotidianità. Non sono uno di quelli che demonizza tutto; al contrario, cerco informazioni scientifiche perché sono oggettivamente interessato alla mia salute, e immagino lo sia anche tu.
Questo studio è uno dei tanti che hanno riscontrato la presenza di microplastiche — o meglio, nanoplastiche — rilasciate dai contenitori, in particolare dalle bottiglie d’acqua. Come evidenziato, ciò è dovuto principalmente a come viene stoccata l'acqua: all’aumentare del calore, si verifica un maggiore rilascio di micro e nanoplastiche nell'acqua, che poi vengono ingerite da chi la beve [Fonte 3] [Fonte 4]. Ecco perché il rischio è più concreto quando il contenitore viene riscaldato.
Ma qual è il punto cruciale? Secondo alcuni studi, esistono evidenze e correlazioni — attenzione, non ancora nessi causali, quindi non definitive — ma ci sono delle avvisaglie [Fonte]. Nello specifico, si è riscontrata la presenza di microplastiche e nanoplastiche a livello delle placche carotidee, e si è inoltre osservato un aumento del rischio di eventi cardiovascolari nel successivo periodo di follow-up [Fonte].
Microplastiche: Perché Potrebbero Essere il 'Nuovo Amianto'?
Spieghiamolo in modo estremamente semplice, perché non è questo il fulcro del video: le placche carotidee sono quelle che si formano se, banalmente, non tieni a bada il colesterolo. Nello stesso studio, sembra emergere una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari. Ribadisco: non è una prova di nesso causale definitivo, però si tratta di nuove informazioni provenienti da studi che stanno analizzando l’impatto di queste sostanze [Fonte].
I PFAS, come vedremo tra poco, e le micro e nanoplastiche potrebbero essere identificati come l’amianto del nostro secolo. Sono sostanze che persistono nell’ambiente e, ancor peggio, potrebbero persistere nel corpo umano [Fonte]. Potenzialmente, questo deve essere ancora accertato, ma siamo più o meno lì: potrebbero provocare complicanze, problematiche e persino patologie.
Guardando le metanalisi — in particolare una del 2024 — cosa si osserva? Sembrerebbe esserci un’associazione che, ripeto, necessita di ulteriori approfondimenti. Negli studi analizzati, ci sono segnali che le micro e nanoplastiche possano essere associate a problematiche del tratto digerente, respiratorio e riproduttivo, e anche a un legame con il cancro del colon e del polmone [Fonte].
Ad oggi, la scelta migliore è adottare alcune precauzioni:
- Evitare, quando possibile, la plastica non strettamente necessaria.
- Evitare che le plastiche usate a livello alimentare vengano riscaldate o esposte al sole.
- Per le borracce, preferire quelle di vetro (assolutamente inerte) oppure di acciaio inox.
PFAS: i Rischi delle 'Sostanze Chimiche Eterne' per la Salute
Parliamo dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche). Come dicevo all’inizio, sono ampiamente utilizzati in prodotti antiaderenti e imballaggi. Sono le famose sostanze chimiche eterne, proprio per la loro persistenza [Fonte]. Anche l’amianto è una sostanza 'eterna', indistruttibile; le sue piccole fibrille si inseriscono negli alveoli polmonari e persistono per tutta la vita. Infatti, l’amianto è stato dismesso e, chissà, forse in futuro si dismetterà anche molta plastica.
Per fortuna, i PFAS li stiamo già parzialmente dismettendo. Già dal 2008 per il PFOS e con ulteriori misure nel 2020 per il PFOA, sono intervenute restrizioni importanti [Fonte]. Esistono varie tipologie di PFAS, super persistenti e resistenti: alcune sono ancora utilizzabili perché, al momento, non sono state associate a problemi di salute per l’uomo. Altre, come il TFA (un PFAS a catena cortissima, spesso residuo della degradazione di composti a catena lunga), rimangono nell’ambiente e si possono trovare persino nelle piogge [Fonte]. Sembrerebbe essere più un problema ambientale che direttamente sanitario, ma indirettamente può diventarlo anche per la salute umana. Tra l'altro, il TFA può aumentare anche in relazione all'uso di alcuni pesticidi [Fonte].
I PFAS, come riportano diversi studi, sono stati associati a varie problematiche per l'uomo:
- Aumento del colesterolo [Fonte].
- Diminuzione della risposta vaccinale [Fonte].
- Riduzione del peso alla nascita [Fonte].
Inoltre, come riportato dallo IARC, il PFOA è stato inserito nel Gruppo 1 dei cancerogeni per l'uomo [Fonte]. Però, ripeto, PFOS e PFOA sono stati rimossi o fortemente limitati: per il PFOS già dal 2008 e per il PFOA dal 2020 con limitazioni stringenti, incluse quelle per i rivestimenti antiaderenti [Fonte].
Contaminazione da PFAS: Come Controllare la Qualità dell'Acqua di Casa
L'essere umano può ancora essere esposto ai PFAS, soprattutto a causa di scarichi industriali, cioè laddove queste sostanze sono ancora ammesse per lavorazioni specifiche in impianti produttivi o discariche. Uno dei modi principali con cui i PFAS contaminano gli alimenti è proprio attraverso le acque, potendo essere presenti anche in pesci e crostacei [Fonte].
C'è stato un ulteriore decreto, datato 19 giugno 2025, che ha reso più stringenti alcune regole su reagenti chimici e materiali filtranti usati per gli impianti idrici. Si tratta di una nota positiva e recente, e probabilmente l'Italia dovrà adeguarsi a queste direttive in molti luoghi. Essendo l'acqua un tema di pubblico dominio, l'adeguamento va fatto nella maniera più rapida possibile. Io sospetto — o almeno spero — che molto verrà fatto nel breve periodo.
Voglio anche ricordare che ogni singolo comune d’Italia ha un sito dove è possibile visionare i parametri più importanti della propria acqua. Per esempio, sono andato sul sito di Romagna Acque e ho potuto vedere una mappa dei punti di erogazione dove sono state effettuate campionature.
Ti invito ad andare nella sezione del tuo comune relativa alle acque, cercare la sezione 'Documenti', scaricare il file e vedere come è composta la tua acqua.
Acqua più Sicura in Cucina: Filtri e Padelle per Ridurre i Rischi
Possiamo dire, in linea estremamente generale, che l'acqua in Italia è di qualità moderatamente buona. Ovviamente, come dicevo prima, non abbiamo il controllo totale: confido nella buona gestione da parte del mio comune di un bene che dobbiamo bere più volte al giorno. Io stesso prediligo bere acqua dal rubinetto piuttosto che acquistarla in bottiglia. Qualora nutrissi ulteriori dubbi — e ripeto, allo stato attuale non c'è troppo da preoccuparsi per l'acqua italiana — puoi adottare alcune soluzioni per essere ancora più sicuro o sicura.
Tengo a precisare che puoi anche controllare i livelli di nitrati. Se il tuo comune fornisce un’informazione corretta, leggerai che il problema per l'uomo è la riduzione dei nitrati a nitriti, a cui bambini piccoli e donne in gravidanza devono prestare più attenzione [Fonte]. La mia regione, ad esempio, dichiara che i livelli di nitrati nelle acque sono aumentati a causa di contaminazioni di origine agricola, umana o industriale, pur rimanendo entro i limiti di legge.
Ecco alcune linee guida per una cucina più sicura:
- Filtri per l'acqua: Valuta sistemi a osmosi inversa da installare sotto il lavello, che tramite una membrana semipermeabile rimuovono molte sostanze, inclusi i PFAS [Fonte]. In alternativa, esistono soluzioni da banco o caraffe filtranti, che in certe configurazioni possono ridurre anche il PFOA [Fonte].
- Padelle sicure: Usa padelle in acciaio inox o in ceramica. Se usi ancora quelle antiaderenti, assicurati che non siano graffiate, perché potrebbero rilasciare particelle del rivestimento [Fonte]. Cerca soprattutto di non scaldarle oltre i 260–300 °C [Fonte].
In conclusione, la scienza ci invita alla prudenza, non alla paranoia. Sebbene la presenza di microplastiche e PFAS sia diffusa, abbiamo il potere di limitarne drasticamente l’assunzione attraverso scelte consapevoli. Monitorare la qualità della propria acqua, preferire materiali inerti come vetro e acciaio e prestare attenzione agli utensili da cucina sono piccoli gesti quotidiani che, sul lungo periodo, fanno una grande differenza per la nostra salute. Informarsi è il primo passo per proteggersi.