Minimalismo salutare: come vivere meglio evitando gli estremismi

Minimalismo salutare: come vivere meglio evitando gli estremismi

“Morirai giovane.”

“Ma almeno morirò felice.”

Adolescence

Questa battuta, pronunciata con leggerezza in una scena della mini-serie Adolescence, mi ha fatto riflettere. Non tanto sulla serie in sé, quanto sul senso profondo di quella risposta.

Vale davvero la pena impegnarsi per restare in salute, quando oggi la medicina è in grado di correggere (quasi) tutto?

Pressione alta? C'è il farmaco.
Colesterolo fuori controllo? C'è il farmaco.
Glicemia ballerina? C'è il farmaco!

Viviamo in un'epoca in cui la scienza medica ha sviluppato soluzioni potenti per compensare abitudini poco sane. Dormiamo poco, mangiamo male, ci muoviamo a stento… eppure la scienza ci consente di vivere fino a ottant’anni. Quindi, la domanda sorge spontanea: perché faticare tanto per seguire uno stile di vita sano, se possiamo vivere comunque a lungo?

La trappola dell’efficienza farmacologica

Chiariamolo subito: non voglio suggerire che possiamo vivere fregandocene della salute.
Non è un “via libera” a mangiare male, non muoversi, fumare o bere alcolici, solo perché “tanto ci sono i farmaci”.

Piuttosto, voglio portarti a riflettere su un concetto più sottile:
la medicina moderna ha tappato molti buchi, ma non ha risolto il problema alla radice.

I farmaci possono correggere i sintomi. Ma non restituiscono qualità della vita, energia, forza, benessere mentale.
E soprattutto: non eliminano il rischio, lo spostano.

Estremismi a confronto: chi grida più forte vince

Nella comunicazione sulla salute, soprattutto online, sembra che ci sia spazio solo per due fazioni:

  • Da un lato, chi predica una forma di ortoressia, dove ogni alimento deve passare il test del microscopio: zero zucchero, alimentazione “pulita” al 100%, nemmeno un caffè fuori orario.
  • Dall’altro lato, chi vive all'insegna del “tanto si muore lo stesso”, concedendosi ogni sfizio e trasformando il menefreghismo in bandiera.

Entrambi i messaggi partono da un assunto sbagliato: che esista una sola via corretta per prendersi cura di sé.

E chi invece propone una terza via, fatta di equilibrio, di metodo, di errori fisiologici e consapevoli, spesso non viene ascoltato. In mezzo, chi cerca il buonsenso non fa rumore.
Perché il buonsenso non divide, non urla, non fa clic. Eppure è lì che si gioca il vero benessere. 

Perché l’equilibrio non è spettacolare. Non offre un nemico da odiare. Ma la realtà è molto più sottile. E soprattutto, non sta negli estremi.

Eppure, è lì che si gioca il futuro della nostra salute.
Non nei dogmi, ma nelle scelte sostenibili.
Nelle abitudini che si possono mantenere non per due mesi, ma per una vita intera.

A livello scientifico, la verità è chiara:
nessun alimento, preso singolarmente, è il male assoluto.
Non è il cornetto il problema. Non è la pizza. Non è nemmeno lo zucchero — se inserito in un contesto alimentare solido.

Stanley mangia la pizza

Il problema nasce dall’insieme delle abitudini, non da un singolo gesto.
Il corpo umano non reagisce a un alimento, ma a uno stile di vita.

E proprio perché lo stile di vita è qualcosa di complesso, serve un approccio flessibile, concreto, e — soprattutto — sostenibile.

Il piacere non è il nemico della salute

Ti faccio un esempio personale.
Chi mi segue sa che sono particolarmente critico verso il fumo e l’alcol. Non perché voglia fare il moralista, ma perché parliamo di sostanze cancerogene, per cui non esiste una dose sicura.

Ma quando si parla di zucchero? Di gratificazioni alimentari?
Non è la stessa cosa.

Io stesso, alla sera, ogni tanto mi concedo qualche caramella gommosa. Sì, hai letto bene. E non lo nascondo. Perché?
Perché durante la giornata seguo uno stile di vita molto metodico, equilibrato, ricco di fibre, proteine, micronutrienti. Allenamento regolare, sonno curato.

Il punto è: non serve essere perfetti per stare bene. Serve essere costanti.

Concedersi un piacere, ogni tanto, non compromette la salute.
Anzi, a livello psicologico può diventare parte integrante dell’equilibrio.

La verità è meno sexy degli slogan

Lo zucchero non è un veleno. I carboidrati non sono assassini.

Lo dico da medico: spesso chi demonizza un alimento lo fa per creare una narrativa, per darti un nemico, per semplificare la complessità.

E questa semplificazione, per alcuni, funziona.

Se ti dico che “il male della tua salute è il pane bianco”, e tu smetti di mangiarlo, probabilmente noterai dei miglioramenti nella tua dieta ma non è dovuto al fatto che non mangi più pane bianco ma dal fatto che mangi meno in generale. Calano le calorie, migliori l’alimentazione, e ti senti meglio.

benessere alimentare

La realtà scientifica è più noiosa: conta il bilancio, contano le abitudini, conta l’insieme.

Se hai bisogno di un nemico alimentare per cambiare, va bene. Ma se vuoi davvero costruire salute, allora è ora di uscire da quella logica.

Minimalismo salutare: l’essenziale, fatto bene

Qui entra in gioco il concetto che ti ho promesso all’inizio: il minimalismo salutare.

Un approccio in cui non si cerca la perfezione, ma l’essenzialità efficace.
In cui si sceglie di fare quel poco che serve davvero, con metodo, senza stress, ma con continuità.

Perché la verità è che il 20% delle abitudini produce l’80% dei risultati.
E no, non è uno slogan: è il principio di Pareto, che funziona anche quando si parla di salute.

Muoversi ogni giorno (anche solo mezz’ora).
Mangiare vegetali ad ogni pasto.
Dormire almeno 7 ore.
Evitare fumo e alcol.

Questo è minimalismo salutare.

Conclusione: scegli la coerenza, non la perfezione

Non ti sto dicendo che puoi fare ciò che vuoi e vivere in salute.
Ti sto dicendo che non serve rinunciare a tutto per stare bene.

Serve conoscere le priorità, avere una direzione chiara, e costruire abitudini che puoi portare avanti per anni, non per due settimane.

Il minimalismo salutare non ti promette miracoli. Ma ti offre libertà, lucidità e sostenibilità.

La salute non è una corsa. È un cammino. Cammino che può anche includere:

  • una pizza il sabato sera,
  • un gelato con chi ami,
  • una serata in cui salti l’allenamento per riposarti.

Se tutto il resto è fatto bene, queste non sono trasgressioni. Sono vita.
Ed è proprio questa la bellezza del minimalismo salutare:
non ti chiede di essere perfetto o perfetta. Ti chiede solo di esserci, ogni giorno.

 

Dr. Luca Leoni Nutri la tua mente
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