
Ubichinolo vs Ubichinone: quale forma di Q10 funziona davvero?
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Molto spesso ci lasciamo affascinare da nomi complicati o integratori esotici, quando in realtà alcune delle sostanze più studiate e utili per la salute sono anche le più trascurate. Il Coenzima Q10, per esempio, è una di quelle molecole che lavorano silenziosamente dietro le quinte per tenerti energico, in equilibrio e mentalmente lucido.

Il Q10 è coinvolto nella produzione di energia all’interno dei mitocondri, cioè le vere e proprie "centrali elettriche" delle cellule. Quando ne hai abbastanza, tutto funziona meglio: metabolismo, cuore, cervello, muscoli. Ma c’è un problema: con l’età, la sua produzione naturale cala drasticamente. Si raggiunge il picco verso i 25 anni, poi inizia una lenta discesa che può portare a una riduzione del 50% entro i 65 anni. E come se non bastasse, anche alcuni farmaci di uso comune possono interferire con i livelli di Q10 nel corpo.
💊 Farmaci che riducono i livelli di Q10 (senza che ce ne accorgiamo)
Oltre al naturale declino legato all’età, esistono anche molti farmaci di uso quotidiano che possono compromettere la produzione o l’assorbimento del Coenzima Q10. Ed è un aspetto poco conosciuto, ma molto importante.
Le statine, per esempio, farmaci comunemente prescritti per abbassare il colesterolo, interferiscono con la via biosintetica del Q10, portando a un netto calo dei suoi livelli nel sangue. Lo stesso vale per alcuni antidepressivi, come l’amitriptilina, e i bifosfonati utilizzati contro l’osteoporosi. Queste interferenze, soprattutto se i farmaci vengono assunti a lungo termine, possono alterare l’equilibrio energetico cellulare e contribuire a stanchezza, debolezza muscolare e altri sintomi spesso sottovalutati.
🔢 Di quanto Q10 abbiamo bisogno? Spoiler: molto più di quanto pensi
La quantità totale di Coenzima Q10 che il nostro corpo richiede ogni giorno, tra produzione endogena e fonti esterne, è stimata intorno ai 500 mg. Sembra tanto? Lo è. E il problema è che con la sola alimentazione riusciamo a coprirne circa 5 mg al giorno — una quantità davvero minima.
Questo significa che, anche con una dieta equilibrata, non si riesce a soddisfare il fabbisogno reale, soprattutto in condizioni in cui la produzione interna è ridotta (età avanzata, malattie croniche, assunzione di farmaci, stress ossidativo). In questi casi, l’integrazione può fare la differenza, migliorando non solo i livelli energetici ma anche molte funzioni metaboliche e cardiovascolari.
🔄 Ubichinone o Ubichinolo? Qual è la forma migliore da assumere
Quando si parla di Coenzima Q10, una delle domande più frequenti è: meglio l'ubichinone o l'ubichinolo? La distinzione è importante, perché riguarda la forma chimica della molecola e la sua efficacia nel nostro organismo.
- Ubichinone è la forma ossidata, quella che il nostro corpo deve convertire in ubichinolo per poterla usare.
- Ubichinolo è la forma attiva, già pronta per essere utilizzata a livello cellulare.

In genere, chi è giovane e in buona salute riesce a convertire l’ubichinone in ubichinolo senza problemi. Ma con l’avanzare dell’età, o in presenza di condizioni croniche, questa capacità di conversione si riduce. Lo stesso vale per chi assume farmaci che interferiscono con il metabolismo del Q10: in questi casi, integrare direttamente l’ubichinolo può essere più efficace.
Uno studio interessante ha messo in evidenza proprio questo: nei soggetti più anziani, l’assunzione di ubichinolo ha portato a miglioramenti evidenti nella riduzione della fatica e dell’affaticamento muscolare, rispetto all’ubichinone.
⚡ Energia, cuore, metabolismo e oltre: i benefici reali del Q10
Il Coenzima Q10 è noto soprattutto per la sua azione antiossidante e per il supporto alla produzione di energia cellulare. Ma i benefici documentati dalla letteratura scientifica sono davvero tanti, e riguardano diversi sistemi dell’organismo.
✅ Ecco le principali aree di intervento:
- Affaticamento e stanchezza cronica: diversi studi mostrano una riduzione significativa della fatica, specialmente in soggetti con deficit energetico o in età avanzata.
- Funzione cardiaca: il Q10 sostiene il cuore, aiutando a migliorare la funzione del muscolo cardiaco e a regolare la pressione arteriosa.
- Controllo della glicemia: favorisce il metabolismo del glucosio e può essere utile nel supporto nutrizionale per chi ha il diabete di tipo 2.
- Colesterolo: in particolare aiuta a ridurre il colesterolo LDL, quello "cattivo", e a migliorare il profilo lipidico.
- Sistema nervoso e umore: secondo alcune metanalisi, il Coenzima Q10 può avere effetti significativi su ansia e sintomi depressivi, probabilmente grazie alla sua azione antiossidante a livello neuronale.
E questi sono solo i principali: si tratta di una molecola che agisce su più fronti, in modo sinergico, aiutando il corpo a funzionare meglio in tante piccole grandi cose.
🧬 La vera sfida: assorbire bene il Coenzima Q10
Una delle maggiori difficoltà legate all’integrazione del Q10 è la sua scarsa biodisponibilità naturale. Essendo una molecola lipofila (cioè si scioglie nei grassi), il nostro organismo fatica ad assorbirla in forma isolata, soprattutto se assunta a stomaco vuoto o con pasti poveri di grassi.
Due consigli fondamentali:
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Assumilo sempre con un pasto che contiene grassi buoni, come olio extravergine d’oliva, avocado o frutta secca.
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Scegli integratori con una buona formulazione, che tengano conto della natura lipofila del Q10.
E qui si apre un mondo fatto di tecnologie di assorbimento che possono fare davvero la differenza.
⚗️ Le migliori tecnologie per migliorare l’assorbimento del Q10
La ricerca scientifica e l’industria nutraceutica hanno lavorato molto per trovare forme avanzate di Coenzima Q10 in grado di garantire un’assimilazione più efficace. Ecco le principali:
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Capsule con olio vettore: una delle soluzioni più semplici ed efficaci. Il Q10 viene sciolto in un olio (come quello di girasole o cocco), che migliora notevolmente la sua solubilità e assorbimento intestinale.
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Sistemi autoemulsionanti (SEDS): una tecnologia che permette alla sostanza di formare una microemulsione a contatto con i fluidi intestinali. Risultato? Assorbimento potenziato e più rapido.
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Complessi con ciclodestrine: molecole ad anello che “catturano” il Q10 e lo rendono più solubile in acqua, migliorando l’assorbimento anche in assenza di grassi.
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Dispersioni solide e cristalline: modificate termicamente per ottenere una biodisponibilità fino al +75%, secondo uno studio del 2020. Un salto enorme rispetto alle formulazioni classiche.
Queste soluzioni non sono semplici dettagli da addetti ai lavori: fanno la differenza tra un integratore efficace e uno sprecato.
🔍 Scegliere un buon integratore: cosa guardare in etichetta
Quando valuti un integratore di Coenzima Q10, cerca queste caratteristiche:
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Controlla se contiene ubichinolo o ubichinone
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Controlla la tipologia di assorbimento (olio vettore, ciclodestrine, dispersione cristallina, ecc.)
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Dose utile: almeno 100 mg a compressa (per alcuni soggetti si arriva anche a 200–300 mg)
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Preferibilmente in capsule molli (softgel), che favoriscono la solubilità
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Marchio affidabile, con tracciabilità delle materie prime
Il Coenzima Q10 non è solo un integratore per sportivi o per chi vuole più energia: è una sostanza essenziale che, con il tempo o in presenza di determinati farmaci o patologie, può venire a mancare in modo significativo. E quando i livelli calano, il corpo inizia a rallentare, spesso senza che ce ne accorgiamo.
Che si tratti di migliorare il metabolismo, sostenere il cuore, combattere la stanchezza o prevenire l’invecchiamento cellulare, il Q10 ha dimostrato di essere una molecola chiave per il benessere a 360 gradi. Ma, come abbiamo visto, non basta prenderlo: serve scegliere la forma giusta, nel modo giusto.
Quindi, se senti di avere poca energia, se prendi farmaci che potrebbero interferire, o semplicemente vuoi dare una spinta al tuo corpo in modo naturale e supportato dalla scienza, il Coenzima Q10 merita la tua attenzione.